Era dalla dannata notte del 28 febbraio che volevo scrivere questo pezzo. Uno speciale su questa 88ima edizione degli Oscar in cui riuscissi a dire la mia, senza filtri, scrivendo di pancia e poco attento al "politically correct", che invece piace tanto all'Academy.

Mi sono visto quasi tutti i film in concorso e sono stato alzato tutta la notte fino al mattino solo per…sentirmi preso in giro per l'ennesima volta da questo teatrino che ormai da anni regala solo farse.

10 punti di odio scritti di getto.

10 esternazioni rabbiose senza ordine preciso.

10 considerazioni che ho voglia di condividere con i miei lettori, che siano d'accordo o meno poco importa, sperando piuttosto che siano di spunto per ulteriori discussioni e pensieri.

 

1) Un Oscar, un perchè.

Non riesco ancora a capacitarmi del motivo per cui abbiano dato un Oscar a Leonardo Di Caprio quest'anno, e ve lo dice uno che è suo fan da sempre. Perché è andato lontano a prendere il freddo? A mangiare carne cruda? A imparare qualche parola di lingua morta? A sbavare dolorante davanti alla telecamera impazzita di Inarritu per due ore e mezzo? Ma scherziamo? La sua interpretazione, per quanto buona ma molto limitante data la parte, non era certo la migliore dell'anno (basta metterla a confronto, per esempio, con un Fassbender di "Steve Jobs" o un Cranston di "Trumbo"). Attenzione, qui non si parla di scarsità di battute: Daniel Day Lewis ha vinto per "Il mio piede sinistro" dicendo 10 frasi in tutto ma garantendoci una gamma di emozioni molto varia, cosa che il personaggio di Di Caprio non fa. Non è colpa sua, è il personaggio e la messa in scena che erano tremendamente ridondanti. Tralasciamo il fatto che l'Academy ha ben pensato di mettere da parte due performance ancora più notevoli (Steve Carrell in "The Big Short" e Tom Hardy in "Legend") escludendole dalle nomination, Di Caprio quest'anno non meritava assolutamente l'Oscar e io, da grandissimo estimatore della sua carriera e del suo talento, sono profondamente arrabbiato per il fatto che tutto quello che ha fatto in "The Revenant" lo aveva fatto in 10 minuti di "Wolf of Wall Street", tanto per fare un esempio. Dove sta la coerenza?

Web impazzito, cazzate su cazzate. Ne ho sentito di tutti i colori, ma la più bella è stata "glielo hanno dato giustamente per tutte le sue interpretazioni". Si, peccato che non sia un Oscar alla carriera. Il premio è stato vinto per la sua prestazione nel film di quest'anno e questa e solo questa deve essere giudicata. E' stata una premiazione a furor di popolo, praticamente tutto quello che non dovrebbe essere un premio di quel calibro.

 

2) Chris, hai rotto le palle, anche quelle nere.

Devo ammetterlo, la storia del "Oscar So White" all'inizio mi aveva anche divertito. Il prendere in giro la famiglia Smith (che personalmente mi sta molto antipatica) mi aveva strappato più di un sorriso. Peccato che quello che doveva essere una maniera carina ed elegante di affrontare una polemica si è trasformato in una patetica e assolutamente non divertente linea di condotta per l'intera serata. Mi sorge un dubbio: ma se non ci fosse stata la questione razzista, di cosa avrebbe parlato Chris Rock per tutta la sera?

 

3) L' Academy finalmente cambia. Ma anche no.

Chi mi conosce sa quanto abbia amato "Mad Max: Fury Road". Quanto lo abbia trovato geniale nella sua semplicità e quanto lo consideri una vera lezione di cinema di un settantenne al mondo dei giovani di Hollywood. Gli Oscar però non hanno mai amato questo tipo di film. Quest'anno, durante le nomination, la sorpresa: 10 candidature per il film di Miller, fra cui miglior film e miglior regia. Era l'occasione di dimostrare al mondo che le vedute si erano fatte più ampie, che si poteva premiare anche il film "diverso", che c'era il coraggio di andare oltre la mentalità conservatrice. 6 Oscar alla fine. Peccato che i due che contavano veramente (film e regia) si sono persi per strada. Come per dire "non possiamo non premiarlo, ma non esageriamo, per carità". Risultato: la mentalità conservatrice dell' Academy è rimasta tale e quale. Una bella presa in giro, non c'è che dire. Tanti fan di MM erano anche contenti dei 6 Oscar, non posso che fare i complimenti ai furbetti dell'Academy.

 

4) Dazio per il signor Spielberg.

Cos'è? Ma il sottotitolo al premio per il miglior attore non protagonista. Forse il più combattuto quest'anno, dato la bravura dei contendenti. E, guarda un pò, è andato al Mark Rylance che tutti avevano messo in fondo alla fila. Qui divento cattivo e maligno. "Bravo" molti diranno. Sicuramente. Però ho notato anche come le telecamere, al momento della premiazione, abbiano inquadrato quasi più Spielberg (regista del suo film) che lo stesso attore. Un premio dovuto al pupillo dell'Academy? Al pupillo dell'Academy che è a capo della più importante comunità ebrea di Hollywood? Via, fermiamoci qui che è meglio, a pensar male non si finisce più.

 

5) Alla comunità gay la miglior canzone

Sembra che l'Academy quest'anno se ne sia fregata dei reali meriti e abbia voluto accontentare un pò tutti, per non scontentare nessuno, dando luogo a situazioni un pò surreali. Lady Gaga era ormai (meritatamente) lanciatissima verso la vittoria, aiutata da una grande prestazione dal vivo e invece vince Smith che tira fuori un discorso senza capo ne coda sui gay (ma perché?!? Che c'entra?!?). Il cantante incappa pure in una gaffe quando, ritirando il premio, dice di essere il primo uomo dichiaratamente gay a vincere un Oscar. Peccato che prima di lui ci fossero già stati Elton John (per "Can You Feel The Love Tonight?", canzone de "Il Re Leone"), Dustin Lance Black (per la sceneggiatura originale di "Milk"), Howard Ashman (due volte per Migliore Canzone, ne "La Sirenetta" e in "Aladdin") e Scott Rudin (produttore di "Non è un paese per vecchi"). Insomma, un discorso fuori luogo e fuori contesto, a meno che il premio non servisse solamente a dare il contentino alla comunità gay, che di certo non ne ha bisogno.

 

6) Ho un gran brutto presentimento.

Che Lucas e la Academy non siano mai andati d'accordo non è un segreto per nessuno. Che i suoi Star Wars all'Academy non siano mai piaciuti è un dato di fatto. Adesso che è passato tutto a Disney la solfa sembra non essere cambiata, perché la parola "cambiamento" mal si adatta agli occupanti del Dolby Theatre. Si è concesso di mandare i due droidi sul palco tanto per dare "il contentino" (ma quanto gli piacciono?) ad una delle pellicole più importanti dell'anno per vari motivi per poi non premiarli neanche con un oscar tecnico, che probabilmente si meritavano. Snobbati più per pregiudizio che per reale demerito secondo me.

 

7) Miglior film. Migliore in che senso?

Partiamo dal fatto che la votazione per il miglior film è una delle cose più assurde mai create. L’ha spiegata Kyle Stock su Bloomberg:

"Il compito più difficile è determinare il Miglior film, che non per forza è quello che ha raccolto il maggior numero di preferenze assolute: ai membri votanti è chiesto di classificare in ordine di preferenza i film candidati e non di sceglierne uno come in altre categorie. Le schede per il Miglior film sono impilate in base alle preferenze assolute. La pila più bassa viene poi ridistribuita a seconda del film in seconda posizione su ogni scheda, e il processo viene ripetuto finché un film ha più della metà delle schede. Un film con solo una minoranza di preferenze potrebbe potenzialmente vincere, nel caso in cui fosse stato indicato in seconda posizione in un numero sufficiente di schede."

Vi rendete conto?!?

Spootlight (film meritevole per carità, a me è piaciuto molto) si è così ritrovato a vincere la statuetta principale insieme alla miglior sceneggiatura originale e a…nient'altro. Quindi il film, secondo i membri dell'Academy, apparte che per la storia, non è superiore agli altri in nessun campo? Che storia è questa? Come fa ad essere il miglior film? Queste domande, volutamente esagerate e provocatorie, fanno molto pensare a come si gestiscono le cose all'Academy. Uno scandalo quindi? Certamente no, mica lo ha vinto quel palloso documentario mezzo finto onirico di "The Revenant".

Sono già caldo per il prossimo punto.

 

8) Celebrare gli Ego impazziti.

Arrogante, egoista, talmente egocentrico che i 400 calci lo hanno definito "uno che è emigrato negli USA perché il Messico non bastava a contenergli l'ego". Sicuramente un artista dalle  notevoli doti, ma che quando improvvisamente parte per la tangente, crede di essere il dio del cinema e rovina lavori interessanti (vedi il delirante finale dell'ottimo "Birdman"). In "The Revenant" ci regala una telecamera che impazzisce fin dall'inizio, che riprende 100 volte il cielo, che parte in piani sequenza senza motivo perché "così fa figo" (e probabilmente perchè vuole dimostrare di essere più abile di Cuaron nella tecnica, povero scemo…), che ci dilania la pazienza con sequenze oniriche ridondanti e senza senso perché "lui è l'artista".

Invece di porre un freno a tutto questo, farlo tornare con i piedi per terra ricercando il bravo mestierante che sicuramente potrebbe essere con un pò di umiltà, l'Academy continua a premiarlo, stavolta per il suo noioso National Geographic con Di Caprio che sbava e arranca. Bravi così.

 

9) Ex-machina = Mad Max

Altro film "diverso", stesso trattamento. Anzi, qui forse peggio.

Lanciatissimo verso l'oscar alla sceneggiatura, grazie alla sua intensa e ispirata scrittura, piena di dialoghi brillanti e intelligenti, vince invece l'oscar per gli effetti speciali, decisamente (per quanto di discreta fattura) di contorno nel film.

Praticamente come premiare Al Pacino perchè si veste bene.

Oltre il danno, la beffa.

 

10) Gli stunt, questi sconosciuti.

Personalmente, penso che sia una vergogna che ancora oggi, nel 2016, non ci sia un premio per una delle categorie più sottovalutate del cinema: gli stunt-man. Persone che danno un grandissimo contributo al film e ora più che mai, con l'uso sempre più massiccio di computer grafica, dovrebbe essere tutelata da chi di dovere, premiandone la grande professionalità e le grandi doti artistiche.

Quest'anno qualcosa di nuovo è effettivamente successo.

C'è stata una protesta davanti all'Academy (ovviamente non minimamente pubblicizzata), qualche giorno prima del red carpet ed ha portato una speranza per gli stunts. Jeff Wolfe, presidente di una delle maggiori associazioni stunt, era a capo di questo gruppo di manifestanti, a testimoniare le loro ragioni di fronte al palazzo degli Oscar.

Nonostante questo quasi nessuno, durante la premiazione, si è data pena di menzionare e ringraziare la categoria invisibile degli stunt.

Una vergogna che continua.

 

Come tante altre cose in casa Academy.

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