I 20 ANNI DEL CICLONE

 

LUNEDI 12 SETTEMBRE 2016.

Una data da ricordare per Firenze.

Io ero lì, e quella serata voglio ricordarla così.

In occasione del 20° anno dall'uscita, nonostante il caldo torrido ancora pienamente estivo, la storica Piazza Santo Spirito è stata invasa da una folla infinita di migliaia di fan de "Il Ciclone", magicamente proiettato sulla facciata della basilica fiorentina (l'anno scorso venne organizzato proprio qui un evento simile, con la proiezione di "Amici Miei" per i 40 anni del film e i 100 anni di Monicelli). Uno dei principali organizzatori della serata, Maurizio Sguanci, ha commentato così la serata: "Vedere migliaia di persone in piazza S. Spirito che ordinatamente si divertono felici di sentirsi parte di una comunità è stato bellissimo. L'anno scorso con Amici miei e Monicelli, quest'anno con il Ciclone e Pieraccioni che desidero ringraziare pubblicamente per la cortesia e la disponibilità dimostrata, lui come tutti gli altri attori presenti. Ci sarà un motivo se tante persone decidono di uscire di casa e stare ore in piedi per vedere un film che hanno visto decine di volte. Si c'è chiaramente un motivo e noi ne siamo ben consapevoli. Un grazie enorme a tutte le persone presenti, a gli sponsor che hanno reso possibile la serata ma soprattutto un grandissimo abbraccio a Mirco Rufilli, Matteo Cichero e Salvatore Pagano. Tre carissimi amici con i quali percorreremo un bel po' di strada insieme". 

 

Un plauso quindi, per una volta, al Comune di Firenze e alle varie enti e sponsor, che permettono splendide iniziative di questo tipo. Questa serata in particolare è la prova vivente della forza che ancora oggi pervade la pellicola, quella favola che nel 1996 divenne campione d'incassi e lanciò Leonardo Pieraccioni al grande pubblico. Ma "Il Ciclone" non fu solo un grande successo commerciale, fu anche un film che rappresentò la toscanità in tutta Italia negli anni a seguire. Una pellicola che esce dagli schermi, che possiede una sua anima, capace di continuare a far divertire e commuovere ancora oggi, quando tutti ormai conosciamo a memoria le mille battute e situazioni, tante di cui diventate ormai di uso comune.

Presenta la serata lo storico speaker radiofonico Alessandro Masti, che a stento è riuscito a contenere l'esuberante energia che alcuni membri del cast sono tornati a regalarci. Leonardo Pieraccioni (Levante), Massimo Ceccherini (Libero), Tosca D'Aquino (Carlina), Sergio Forconi (Osvaldo), Barbara Enrichi (Selvaggia), Bruno Santini (il sindaco) e addirittura un redivivo Jerry Potenza (l'autista del pulmino) sono tornati a raccontarci i vecchi tempi, curiosi aneddoti (mi ha sinceramente lasciato di stucco la storia dei 100 milioni pagati da Cecchi Gori a Ottmar Liebert per la poi famosa "2 The Night") e le emozioni che animarono quell'estate di riprese. Ricordi che emozionano ancora di più perchè rivissuti con lo stato d'animo di allora, spensierato, genuino,del tutto inconsapevole del successo futuro.

Durante la serata sono state anche proiettate divertenti interviste ai fiorentini, che hanno improvvisato battute del film, sempre ricordato come un piccolo monumento nella capitale toscana e un'anteprima di "Il Ciclone…oggi" di Bruno Santini e Leonardo Scucchi, che verrà presto proiettato in televisione e che svela ulteriori retroscena sulla pellicola.

 

Il centro della serata è stato ovviamente il regista e attore Pieraccioni, che con la sua grande simpatia ha voluto ricordare, prima di un brindisi finale:

"stasera il ciclone siete voi, siete venuti a regalarci una gioia quando questo film ce l'aveva già regalata, si vede che le cose fatte con il cuore sono le più belle".

Forse è proprio questo che rende speciale questo film: il suo cuore. "Il Ciclone" è uno di quei film praticamente perfetti, che ti capita di realizzare una volta sola nella vita se ti va bene, che guardi e riguardi senza stancarti mai, che fa ridere di brutto ma ti fa anche riflettere, che descrive personaggi che funzionano e di cui ti ricorderai per sempre, che ti fa sorridere attraverso gli sguardi sognati di Levante, ambasciatore dolcemente malinconico di una vita di paese toscana che ormai non esiste quasi più ma che vivrà sempre in quei 90 minuti, ad imperitura memoria. La genuinità di una storia, quasi favola, fatta di piccole cose, ma importanti, che rappresentano tutte quelle che sono le nostre radici toscane, tra il semplice e il triviale. Delle radici che spesso sfociano in pura poesia, perfettamente rappresentata dalla figura di Gino, nonno del protagonista, simbolo di una serena felicità di vivere quasi palpabile, che sentiamo solo come voce (quella del grande Monicelli) e che chiude meravigliosamente il film con il suo semplice "Olè", un grido di speranza contro le avversità della vita, per inseguire un lieto fine che per una volta non stucca, ma emoziona.

Grazie quindi a chi ci ha regalato questa pellicola, che nel 1996 ci investì tutti con la sua magia, come adesso, venti anni dopo.

"Sì, perché il ciclone, quando arriva, non è che t'avverte. Passa, piglia e porta via. E a te, 'un ti rimane altro che restare lì, bono bono a capire che, forse, se 'un fosse passato, sarebbe stato parecchio, ma parecchio peggio".

 

 

E quando, sul finale della serata, poco prima che parta la proiezione, un mitico Giuliano Grande ti arriva correndo sul palco di sorpresa per urlare al microfono "Che ce l'hai i' Gratta e vinci te?", allora ti rendi conto che serate come questa non hanno veramente prezzo.

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