30 ANNI DI CARUSO

 

MARTEDI 11 SETTEMBRE 2018.

 

Piazza del Carmine alle 20.20 è ancora quasi vuota.

La mia preoccupazione si alza all'improvviso: è possibile che, nel giro di pochi anni, i fiorentini (o le persone in generale) si siano dimenticate di quel patrimonio artistico che è stato Francesco Nuti?

Ho provato per diversi minuti a giustificare in qualche modo la scarsezza di pubblico, nonostante la buona campagna pubblicitaria e l'ottima organizzazione dell'Associazione Culturale "Bang", che ha voluto, in associazione alla commissione cultura del Q1, il Centro storico di Firenze e il consiglio di Quartiere 1, riportare il cinema in piazza e ridarci (dopo i grandi successi passati con "Amici Miei" e "Il ciclone") una visione del mitico "Caruso Pascoski di padre polacco", a 30 anni dalla sua creazione, il tutto completamente gratuito. Una iniziativa ancora lodevole che spero continui in futuro per, come dice lo slogan, "ridare le piazze ai fiorentini" (giustamente).

Fortunatamente c'è ancora speranza nell'universo e la grande piazza fiorentina, nel giro di una mezz'ora, si è riempita fino a creare una folla di qualche migliaio di persone, segno che l'affetto per il regista pratese è ancora vivo nel cuore della gente.

Si inizia alla grande, i presentatori della serata (un frizzante Canestrelli e un bollito, come al solito, Masti) introducono con un ricordo all' artista fiorentino Silvano "Nano" Campeggi, di cui vengono mostrate opere e vecchi video che tanto ben conosco per una mia amicizia personale con questa splendida persona. Un omaggio doveroso vista la recente scomparsa. Si alza subito l'asticella dell'emozione.

Si prosegue sempre alla grande con una deliziosa interpretazione live della indimenticabile "Sarà per te" eseguita dalla figlia di Francesco Nuti, Ginevra. Applausi a scroscio meritatissimi.

Sembra quasi che tutto continui alla grande con due omaggi agli attori scomparsi, due vere icone toscane: Novello Novelli e Carlo Monni. Il pubblico è caldo, aspettiamo i ringraziamenti di rito politici e siamo pronti a partire.

Purtroppo qualcosa si guasta, Canestrelli e Masti perdono la bussola e vengono fagocitati dagli ospiti: troppi interventi piuttosto anonimi dei vari organizzatori, un po' di retorica, un po' di buonismo, un intervento lunghissimo e indecoroso di un imbarazzante Giovanni Veronesi (seguito da quello di un Alessandro Haber piuttosto fuori luogo come argomenti), mentre tempi troppo stretti sono stati relegati ad altri personaggi forse più indicati, fra tutti Athina Cenci). Il pubblico comincia a stancarsi, forse ricordandosi della divertentissima "conduzione Pieraccioni" di 2 anni fa.

Grazie a dio ci pensa la bellissima torta (offerta dalla fiorentinissima Pasticceria Buonamici) a chiudere il sipario e far spegnere le luci, regalando alla piazza il film che tanto aspettava. (P.S. Video buono, audio pessimo).

E' così che dovrebbero essere vissute le piazze e l'orgoglio popolare. Nonostante il caldo, la ressa e le pietre dure di una piazza rimessa a nuovo da poco, è stato bello vedere ancora una volta i fiorentini uniti nel seguire una pellicola che in qualche modo li accomuna. Perchè Caruso è forse il film più fiorentino del Nuti, e di tanti anche il preferito.

Un film per certi versi ancora attuale nonostante racconti uno spaccato di anni '80 fortemente legato a tanti nostri ricordi. Francesco prende la tavolozza fiorentina e dipinge un affresco di situazioni che spaziano dalla comicità più semplice al dramma più introspettivo. Caruso racchiude tante allegorie e tanti simbolismi, è la storia di un amore, della complessità di un rapporto e del dolore che può portare. Caruso Pascoski è dialoghi semplici ma che vanno dritto al punto, Caruso Pascoski è una risata seguita da un lacrima seguita da un sorriso, Caruso Pascoski è un insieme di quadri fiorentini senza tempo, Caruso Pascoski siamo noi che ci guardiamo indietro e ci rendiamo conto che, chi più chi meno, qualcosa di quel film l'abbiamo vissuta.

Certo, Nuti rimane una maschera comica eccezionale, con tempi perfetti e un'espressività fuori scala ma ancora oggi la sua parte che amo di più è quella triste, quella malinconica, quello sguardo perso all'orizzonte con la testa persa in mille pensieri, con le luci di una Firenze magnifica di sfondo.

Come si fa a non volere bene ad un uomo come Francesco Nuti, uno di noi, uno che è ancora vivo ma che tanti danno per morto (forse giustamente, il vero Nuti ci è stato strappato via tanto tempo fa). Una persona con grandi sorrisi e grandi fantasmi, che tanto ha dato e tanto ha reso indietro. Una persona che ha avuto un solo grande nemico nella vita contro cui, purtroppo, ha perso: Francesco Nuti.

Nonostante questo, un bacino te lo darei comunque.