"Pasolini, un delitto italiano"
("Pasolini, un delitto italiano") - 1995
Questo film di Marco Tullio Giordana, datato 1995 (anno in cui fu presentato alla 52a Mostra del cinema di Venezia), ricostruisce le vicende del processo di Pino Pelosi, accusato di essere l'assassino del controverso artista Pier Paolo Pasolini.
Trovato cadavere il 2 novembre 1975 in una spiaggia all'Idroscalo di Ostia, la figura di Pasolini e la sua tragica fine non hanno mai smesso di affascinare in maniera macabra l'italiano di quei tempi e di quelli successivi. Abbandonando l'idea di far interpretare ad un attore la parte del defunto (che compare soltanto in alcuni flashback sempre con il volto in ombra e in filmati d'archivio, in una scelta che condivido pienamente) il film si concentra piuttosto su tutto quello che la figura, più che la persona, rappresentava. Non è tanto "Pier Paolo" quanto il "personaggio Pasolini" al centro dell'attenzione.
La pellicola di Giordana segue infatti la strada di un efficace semi-documentario, con frequenti riferimenti a giornali o telegiornali dell'epoca in bianco e nero che fanno da contrasto ai colori del girato. Figlio di un'impostazione generale più americana che nostrana (mi ha ricordato infatti alcuni lavori di Martinelli), incalzante nella sua costruzione e veloce nel ritmo, questo film fonda la sua forza nella stesura delle argomentazioni giuridiche, atte a dimostrare che il processo a Pelosi sia stata solo un grande insabbiamento sotto le spoglie di un delitto tra omosessuali che in realtà nascondeva una connotazione ben più grande.
Grazie ad una buona recitazione di tutto il cast (anche se un ancora troppo acerbo Scarpati non mi ha pienamente convinto) e alle ottime musiche di Ennio Morricone, "Pasolini, un delitto italiano" dipinge un ritratto di Pier Paolo che deborda dai confini dell'artista e assume linee più politiche, più sovversive, più scomode verso una figura spudoratamente schierata contro un governo e una nazione che non capisce e non gradisce.
Il tutto (realtà e fiction) viene assemblato in modo molto onesto e lineare, esponendo varie tesi ma non sposandone apertamente nessuna, cercando di rimanere quanto più obbiettiva possibile (compresi i discutibili vizi di Pasolini, che non viene risparmiato da questa caccia alla verità).
Interrogandosi sull'omicidio di uno dei più grandi e scomodi intellettuali italiani, non può che venire alla luce lo scandaloso comportamento delle autorità, dei corpi di polizia e della magistratura, compiacente nel chiudere quanto prima la storia di una figura mai ben vista. Il film, per dimostrare ciò, non lesina immagini forti e impressionanti, necessarie a scuotere lo spettatore e a tenerlo in tensione fino alla fine.
In definitiva un buon film (forse il migliore di Giordana) che funziona, intrattiene e fa pensare, dando il tempo di riflettere sulle molteplici implicazioni di un caso molto più grande di quanto si volesse ammettere. L' unico rammarico è la sua breve durata, solo un centinaio di minuti, che purtroppo preclude alcuni approfondimenti necessari lasciando a volte un senso di superficialità sugli argomenti trattati.
Pasolini poteva essere una figura apprezzata o meno (e chi scrive non è mai stato un suo fan), ma non si può negarne la sua enorme importanza culturale e artistica per il nostro paese, così come è triste constatare che dopo più di 40 anni non si sia potuto e voluto fare luce sulla sua tragica scomparsa.