JOKER: FOLIE A' DEUX

("Joker: Folie à Deux" - 2024 - 138 minuti)

 

 

"Se non hai niente da raccontare, non raccontare niente".
Al regista Todd Phillips, che forse dopo l'inaspettato successo del bellissimo "Joker" si è creduto chissà chi, sarebbe bastato tenere a mente questa semplice regola per evitare di partorire questo film così sbagliato per troppi motivi.

Personalmente, l'idea di sviluppare un seguito come un musical, portando a bordo Lady Gaga come Harley Queen mi stuzzicava non poco e ne intravedevo le tante potenzialità. Peccato che il musical non venga mai sviluppato, la personalità esplosiva e dirompente di Gaga viene usata come una miccetta col freno a mano tirato e tenuta in secondo piano anche vocalmente, a favore di un Joaquin Phoenix sgradevole all'udito e vittima della sua stessa creazione, costretto a girare ancora e ancora intorno alla stessa interpretazione che non si sviluppa, che non ha nemmeno il pallido ricordo della trasformazione graduale ma costante del primo film. La sua bravura è comunque indiscutibile e il regista sembra sapere di avere lui e poco altro, per cui concentra un'infinità di primi piani sul suo volto, un volto che stavolta ha poco da rappresentare. Qui infatti si va avanti per visioni estenuanti, senza mai lasciare qualcosa di concreto o di appagante allo spettatore. Devo riconoscere il coraggio di andare contro allo spettatore, di non concedergli mai quello che vorrebbe, ma al tempo stesso condanno la mancanza di un'alternativa, di un messaggio interessante e coerente. C'è molto Arthur Fleck e quasi nessun Joker, tanto che ti chiedi perché intitolargli il film se non per motivi commerciali, gli unici che sembrano aver mosso l'intera produzione.

Addirittura la colonna sonora, che in questo tipo di prodotti è uno dei punti di forza della produzione, non incide e non convince. Ancora una volta: hai Gaga e non la sfrutti, riducendoti a cover che non coinvolgono, e di cui non porti ricordo finita la visione.

"Joker: Folie à Deux" è un film deludente, che annoia e che presenta la cosa peggiore che possa avere un seguito: non aggiunge niente al primo film. Ad un certo punto, verso la fine, dopo più di due ore di niente, la battuta "parla, smetti di cantare" diventa il grido disperato dello spettatore.

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