"You're Next" ("You're next") - 2011
"You're Next" non è certamente un horror (con una seconda parte decisamente più tendente al thriller) privo di difetti, ma è sicuramente uno dei più riusciti degli ultimi tempi, se non altro dal
punto di vista del ritmo, elemento importantissimo quando si parla di spaventare il pubblico, che per far questo deve immedesimarsi ed essere immerso in quanto succede sullo schermo.
Film a basso budget, con pochissime location, un pugno di attori non famosi e un giovane regista, Adam Wingard, che ha buone idee e un discreto talento nel metterle in pratica (il ragazzo è
veramente bravo a giocare con il fuori campo, creando notevoli momenti di suspance).
Mettendo in scena un incrocio fra il genere "slasher" e un "home invasion"(entrambi sottogeneri horror sempre molto apprezzati dal sottoscritto, specie il secondo), la pellicola ha nel suo punto
di forza un ritmo che non cala mai. Il copione prende un classico del genere e lo snellisce di tutte quelle forzature e diversioni che minano la trama e annoiano lo spettatore, riducendo i
dialoghi all'essenziale (tutti concentrati nella prima parte, tanto per darci un'idea della caratterizzazione dei personaggi, ben fatta ma con qualche riserva, su cui tornerò) e lasciando
all'azione dei fatti il resto. I momenti in cui trattieni il fiato ci sono, ma sono brevi, ben calibrati e mai fini a se stessi.
Dopo un inizio alquanto misterioso, quella che sembra una normale cena di famiglia si trasforma in un incubo nell'attimo di un vetro rotto, vero e propria metafora del cambiamento climatico
improvviso in cui lo spettatore è portato, scelta molto coraggiosa e molto intelligente. L'azione cambia così tanto che si rimane disorientati come i protagonisti e non ti rendi conto, se non con
il senno di poi, quanto tutto sia minuziosamente studiato. Al contrario di quanto si dice di solito in film di questo tipo, rimane un pò l'amaro in bocca per una sterzata così prematura: se da un
lato funziona bene proprio perché inaspettata, dall'altro non avrebbe giovato continuare qualche minuto con l'esplorazione delle relazioni dei personaggi, che tanto stava funzionando. Ma al
regista sembra non interessare tanto la semplice trama di fondo (niente di esaltante in verità, compreso il finale) quanto la messa in scena di una violenza cruda e veloce (attenzione, diverse
scene sono abbastanza forti e non adatte ai facilmente impressionabili), dettata spesso più dall'istinto del personaggio che dalla sceneggiatura in cui è racchiuso, particolare che accresce il
realismo del tutto. Si colpisce forte, per far più male possibile e con quello che si ha più vicino, con l'adrenalina sempre altissima.
Non a caso il regista ha dichiarato di essersi ispirato al primo "Scream", omaggiato in più di una sequenza, ma il film ci rimanda anche ad altre pellicole, dal recente e sicuramente meno
riuscito "La notte del giudizio" fino a portare un pensiero al primo "Nightmare" (chi, vedendo le invenzioni survivor di Erin, non ha pensato alle azioni della indimenticabile Nancy
Thompson?)
Ad aiutare il tutto una colonna sonora semplice ma che sottolinea molto bene i vari momenti, aiutando lo spettatore a concentrarsi sull'azione.
Tanta camera a mano, tanti giochi di luci ed ombre, tanta forza nell'interpretazione della protagonista Erin (Sharni Vinson) ad affrontare dei killer mascherati che regalano momenti di vera
inquietudine.
Un film che ha dunque il merito di intrattenere molto bene, data anche la durata contenuta (appena un'ora e mezza), che non delude nello svolgimento e che si ammoscia appena un pò sul finale,
dove però il meglio è stato già dato e ci resta addosso quella soddisfazione di aver comunque guardato un prodotto ben fatto, un bel bagno di sangue, velato a volte da un divertente umorismo
nero, molto onesto per quelle che erano le sue potenzialità. Non è poco al giorno d'oggi.