FURY
("Fury" - 2014 - 134 minuti)
Se cercate un valido film di guerra osservato da un punto di vista inusuale, questa pellicola di David Ayer non potrà che lasciarvi pienamente soddisfatti.
Ambientato alla fine della seconda guerra mondiale in una Germania ormai prossima alla resa, la storia segue le vicende di un gruppo di cinque carristi (quattro veterani e un novizio) e del loro mezzo, il carro armato "Fury", che diventerà una vera e propria casa in cui rifugiarsi durante i conflitti.
Questo semplice pretesto (piuttosto originale in quanto il carro armato, di solito usato come sfondo nelle battaglie, avrà sempre un ruolo centrale nella storia) è usato per raccontarci i molteplici orrori del conflitto mondiale in maniera dura e reale. La splendida fotografia del russo Roman Vasyanov ci restituisce sullo schermo una Germania completamente dominata da colori freddi e desaturati, sinonimo di un paese sconfitto ma non caduto, ancora denso di pericoli.
Non c'è retorica né morale in "Fury". "Gli ideali sono pacifici, la storia è violenta". Si spara, e si spara per uccidere cercando di rimanere vivi a nostra volta. Ayer non ci risparmia nulla su quelli che sono gli orrori, le emozioni, le cruente battaglie, lo spirito di cameratismo o semplicemente la visione di un conflitto che non ammette sfumature di grigio, nonostante la ragione umana, spesso inconsapevolmente, traccia delle eccezioni che non ti aspetti, in un contesto cupo che sembra togliere speranza ad ogni inquadratura e dove l'eroismo è un gesto che porta alla morte più che alla gloria.
La storia, nonostante i 134 minuti di durata, scorre via veloce nell'ansia del pericolo, spesso con giochi di montaggio molto interessanti che quasi "fermano" il film per poi farlo ripartire in un lampo, in un "elastico ritmico" che funziona egregiamente.
Gli attori sono bravi, nessuno escluso (persino LaBeouf è più sopportabile del solito). Fra tutti spicca il sempre ottimo Jon Bernthal, all'ennesima convincente prova in carriera e un Brad Pitt perfettamente calato nei panni del carismatico sergente Wardaddy, in una delle sue migliori prove attoriali.
Pur con due/tre stereotipi e qualche scena madre, niente va veramente ad intaccare il valore intrinseco del film.
"Fury" non è l'ennesimo film bellico hollywodiano ma è un bello scampolo di guerra reale, che riesce ad inquadrare in maniera convincente sia i sentimenti dei soldati che le battaglie del conflitto e che porta ad una risoluzione finale molto meno celebrativa del solito.