TRAP
("Trap" - 2024 - 106 minuti)
Non ci sono mezze misure.
M. Night Shyamalan o lo ami, o lo odi.
Questo suo "Trap" non cambia questa prospettiva e, sotto l'apparenza di un classico thriller ad alta tensione, nasconde un sofisticato schema di sottotesti e metafore.
La trappola stessa del titolo è una matrioska di altre trappole, con significati e simbolismi diversi. La trappola è anche nei rapporti, nell'essere padre e marito. La soluzione non è mai la più superficiale, il punto di vista nasconde tematiche più profonde. Il regista gioca continuamente con le aspettative dello spettatore, creando curiosità e svoltando nella narrativa quando meno ci si aspetta.
Il film funziona alla grande nella prima parte, quando la messa in scena è martellante, claustrofobica, ricca di sfaccettature e personaggi. Cala un po' nella seconda parte, quando si incanala in percorsi più classici del genere, a volte giocando su situazioni sopra le righe. La storia presenta diverse scelte un po' forzate o piuttosto irreali, ma una vena di grottesco e il ritmo sempre ben scandito dalle varie situazioni non ne fanno dei problemi atti a rovinare la visione d'insieme.
Shyamalan, con grande tecnica, gioca alla sua maniera con le soggettive. Non rinuncia completamente alle sue schermate fisse ma muove la telecamera quel tanto che basta per sottolineare una
situazione fra personaggi, e mai in maniera banale.
Josh Harnett, in questa sua nuova fase recitativa, si dimostra un grande attore sfornando una prestazione eccellente. Ma il lavoro è anche corale, di gruppo, ognuno mette del suo e si vede, come
una squadra. Non mancano le note divertenti e i personaggi bizzarri, che con la loro genuinità aiutano ancora di più lo spettatore a passare sopra a qualche esagerazione.
Fate attenzione, perché "Trap" è, come succede spesso con il regista, un film più sofisticato di quello che può apparire ad una prima visione.