REVENGE
("Revenge" - 2017 - 108 minuti)
Un film di luci ed ombre questo "Revenge", film a basso budget e opera prima della regista francese Coralie Fargeat.
Ha avuto la fortuna (o la furbizia) di uscire in pieno "caso Weinstein", in un delirio di onnipotenza femminista, riuscendo a racimolare anche più successo di quello che secondo me meritava.
La storia è banale: il classico revenge-movie (per esattezza appartiene al sottogruppo "rape and revenge") che abbiamo visto centinaia di volte.
La cornice è interessante: una immensa distesa di deserto e montagne, splendidamente illuminata dall'ottima fotografia.
Gli attori sono incolpevoli: nonostante ce la mettano tutta per rendere credibili i loro personaggi (la protagonista Matilda Lutz in primis), una sceneggiatura che esagera troppo spesso penalizza le loro prove facendoli spesso cadere nel ridicolo involontario.
La colonna sonora convince: grazie a un buon uso di toni ritmici, quando la suspance entra in gioco lo fa in maniera brillante e riesce ad immergerti nell'azione.
La regia è molto buona: la macchina da presa si muove bene, ha delle discrete invenzioni e si notano dei notevoli tecnicismi (vedasi il bellissimo piano sequenza sul finale).
Ma se da un lato la Fargeat si dimostra una brava regista, dall'altra si dimostra una pessima sceneggiatrice con situazioni che sono decisamente oltre la plausibilità e l'ossessione per un "effetto-gore" a tutti i costi anche quando non se ne sente il bisogno, riprendendo corpi che perdono più sangue di quanto servirebbe per riparare una dozzina di armature di bronzo. Peccato, perché tecnicamente il film è molto valido ma esagera troppo in alcune scelte e situazioni (nel sangue, nelle azioni, nei comportamenti), perdendosi nel suo voler mostrare senza esserci veramente qualcosa da vedere.