PRISONERS
("Prisoners" - 2013 - 153 minuti)
Partito con una produzione molto instabile, che inizialmente doveva avere Mark Wahlberg (rimasto come produttore) e Christian Bale (poi sostituito temporaneamente da Leonardo di Caprio) come protagonisti e Bryan Singer alla regia (anche lui per un po' sostituito da Antoine Fuqua), "Prisoners" si è trasformato in un film solido e d'effetto, che può essere visto sia come un thriller di puro intrattenimento che come un ricettacolo di paure sulla natura umana.
"Prisoners" è un film che crea nello spettatore un senso di angoscia palpabile e una forte immedesimazione nei personaggi della storia. Al tempo stesso, ti porta a ragionare sulla vicenda ad un livello più ampio, come una grande metafora dell'America moderna.
"E' giusto ricorrere alla tortura per estorcere informazioni che servirebbero a salvare delle vite innocenti?"
"Quanto è immorale abbassarsi al livello dei criminali a cui diamo la caccia?"
"Quanto oscura può diventare, alle giuste condizioni, la natura dell'uomo comune?"
Sono alcuni degli interrogativi che inconsciamente il bravissimo regista Denis Villeneuve ci instilla nella mente, dandoci un affresco freddo e realistico di una drammatica vicenda da periferia della Pennsylvania, in chiara mentalità post 11 settembre.
Colori freddi e desaturati (splendida la fotografia di Roger Deakins), assenza quasi totale di colonna sonora e lento scorrere del tempo. La pellicola è sorretta da un cast magnifico, in cui primeggiano i due protagonisti Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal, davvero straordinari nello sfaccettare vicendevolmente i loro personaggi, dimostrando la fallibilità dei classici stereotipi (il padre premuroso e il detective determinato) e andando a scavare nella loro psiche fino a portarli verso risultati estremi.
Si avverte chiaramente, durante la visione, l'invisibile prigione creata per ogni personaggio, che sia un senso di angoscia, un conflitto morale, un barlume di speranza o una disperazione senza fine. Non è un caso che il simbolo predominante del film (ce ne sono diversi, specialmente religiosi) è il labirinto, in cui tutti sembrano persi senza una via d'uscita.
"Prisoners" è la ricerca di una verità che non vediamo, celata da un velo impalpabile, misterioso e inquietante, presente tanto là fuori come dentro di noi.