FALL
("Fall" - 2022 - 107 minuti)
Pochissimi attori e un'unica ma affascinante location. Un piccolo budget che costringe a spremere le meningi. Scott Mann giovane regista con poca esperienza, ma tanta voglia di fare.
Sono questi i pochi ma fondamentali ingredienti di "Fall", thriller ad alto tasso di ansia, tutto girato (a parte un breve ma doveroso incipit alla storia) su un'ipotetica antenna di oltre 500 metri. Ed è proprio lei, la mastodontica struttura, la vera protagonista del racconto. Infida, pericolosa, bastarda quanto basta e spietata come poco altro. Le lamiera da cui è composta sembrano prendere vita e respirare durante la scalata delle due ragazze protagoniste (Grace Fulton e Virgia Gardner, con cui non empatizzi mai veramente, peccato), appassionate di imprese ad alto rischio, un po' antipatiche e unite da un background di morte e riconciliazione. Lo scenario del deserto è uno sfondo opprimente, lontano, irraggiungibile, come la speranza dello spettatore verso un possibile lieto fine.
Sulla cima di quell'antenna la sfida più grande della componente narrativa: se da un lato l'ambientazione è intrigante e originale, dall'altro ti permette poco margine di manovra, ma è qui che si vede la buona volontà di proporre sempre qualcosa di nuovo (compreso un colpo di scena davvero notevole sul finale), di continuare a catturare l'attenzione dello spettatore per tutta la durata. A volte riesce, a volte meno, ma il film scorre bene, pone qualche critica sociale basilare ma più che lecita, qualche cazzata scappa ma la noia scatta di rado.
Tutti gli elementi della pellicola, colonna sonora in primis, fanno il loro compito senza particolari colpi di genio ma cercando di ottenere il massimo risultato con i mezzi a disposizione. "Fall" alla fine è un film onesto, che gioca su un'idea già vista ma non in questo contesto e che ti regala un'immersione a fiato trattenuto che tanto piace agli amanti del genere.
C'è anche una piccola parte, quasi un cameo allungato, per il grande Jeffrey Dean Morgan.