"Warcraft - l'inizio" ("Warcraft") - 2016

 

Parto subito dicendo che non sono un fan di World of Worcraft (la pellicola è infatti la trasposizione dell'universo videoulico creato da Blizzard e che conta milioni di utenti in tutto il mondo) e non conosco praticamente niente della saga in questione. Ho guardato il film per pura curiosità, attratto dalle tante opinioni lette o sentite, che sembrano spaccarsi in maniera netta tra i fan che lo hanno apprezzato e i non-fan a cui non è piaciuto.

Cercherò quindi di recensirlo da un punto di vista puramente cinematografico, non potendo avere niente altro come riferimento.

Inutile girarci intorno: "Warcraft" è un film fatto per i suoi appassionati, senza ombra di dubbio. Tante, troppe cose sono buttate lì senza un minimo di background, momenti in cui chi conosce luoghi e personaggi tira il fiato dall'emozione mentre chi è all'oscuro di tutto cerca di raccapezzarsi fra nomi e gerarchie, regole e caste.

Personalmente la prima parte mi ha lasciato molto confuso, a tratti frustrato e annoiato, proprio per il continuo flusso di informazioni audiovisive senza un briciolo di spiegazione che venivano presentate nel film. Devo ammettere che però, una volta fatta mente locale, mi sono goduto molto di più la seconda parte, anche grazie al fatto che la storia latita lasciando più spazio ai combattimenti, arrivando a concedersi anche un paio di scene epiche niente male.

L'idea del progetto è da lodare e bisogna ammettere che non è facile presentare una così massiccia mole di informazioni in un paio d'ore, peccato che la sceneggiatura (scritta anche dal regista, forse in vena di strafare) ne risenta per tutto il film, dipingendo (eccetto rari casi, tipo Durotan) personaggi bidimensionali veramente abbozzati, colpi di scena telefonatissimi e dialoghi banalotti (più sul versante umano che orchesco per la verità). Poco importa se il film è tutto sommato godibile quando resta così superficiale in troppi punti. La fiacca recitazione generale degli attori non ha aiutato, così come in una fotografia che non mi ha mai convinto non sono riuscito a ricordare un singolo gioco di luci che mi colpisse (anzi, a volte la scena era illuminata talmente male da sembrare una produzione televisiva, eppure stiamo parlando di uno che 3 anni prima aveva fatto meraviglie con il Gatsby di Luhrmann). 

Se poi pensiamo ai 160 milioni di dollari (e stiamo parlando di un budget FARAONICO) spesi nella produzione viene da chiedersi come sia possibile avere effetti speciali del genere, non orribili ma piuttosto mediocri in diverse scene (e la brutta illuminazione ovviamente contribuisce alla sensazione di "plasticosità artificiale"). 160 MILIONI gente, doveva essere visivamente PERFETTO, niente di meno!

Fortunatamente il regista Duncan Jones si è fatto in quattro per ottenere inquadrature efficaci e convincenti, specie nelle molteplici panoramiche aeree e nelle complicate sequenze di sovraffollate battaglie tra i due eserciti di orchi e umani.

A questo proposito vorrei fare una menzione al reparto costumi: è stato svolto un gran lavoro sulle armature degli umani e sui molteplici particolari del vestiario degli orchi, una vera gioia per gli occhi (pur se sempre minata da effetti speciali e luci non all'altezza).

Altro punto che mi ha colpito è stata la colonna sonora di Ramin Djawadi (artista che avevo già apprezzato in molti altri film, in special modo nella splendida soundtrack di "Pacific Rim") che aiuta tantissimo l'immersione nelle scene più "calde" (quasi tutte nella seconda parte) grazie a motivi orecchiabili e potenti.

Purtroppo questi punti a favore non bastano a tenere a galla un film dal budget stratosferico da cui si poteva e si doveva pretendere molto di più (anche verso i non fan), in cui si doveva prestare molta più attenzione ai due fattori determinanti in film di questo genere: sceneggiatura ed effetti.

Alla luce di tutto questo, non mi sorprende affatto che questo fantasy sia stato accolto male dalla critica (che probabilmente ha scelto un approccio obbiettivo da non-fan) e con affetto dal pubblico (considerando il numero di giocatori e appassionati esistente).

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