INDEPENDENCE DAY - RIGENERAZIONE

("Independence Day - Resurgence" - 2016 - 120 minuti)

 

 

 

"Independence Day - rigenerazione" è il classico sequel che non dovrebbe mai vedere la luce, figlio di un blockbuster di puro intrattenimento praticamente perfetto e quindi difficile da eguagliare. Nonostante ciò, la storia proposta in questo seguito offre diversi spunti interessanti (specie nella prima parte), che però si perdono nel pentolone del "voler esagerare per non ripetersi", e non dando a nessuno di essi il tempo di essere esplorato e analizzato. Ogni elemento è sputato e messo da parte, senza un'adeguata costruzione.

Non tutto è da buttare però: gli effetti speciali sono veramente ben realizzati come un film di alto budget richiede, così come il comparto sonoro è senza dubbio all'altezza. Le classiche fasi di distruzione sono davvero uno spettacolo per gli occhi. Una nota di merito anche alla fotografia di Markus Forderer, che con una gamma cromatica fredda ci ripresenta una umanità molto più spenta, più incolore, più "aliena", risultato dei grandi disastri del passato.

Passiamo quindi alle note dolenti, quelle narrative.

Pur sotto la solita mano esperta di Emmerich, il film non riesce ad esprimere nemmeno la metà dell'epicità del predecessore. Anche i dialoghi non risultano "cool" come nel primo film, perdendo tutta quella magia tamarra che aveva reso mitica tante scene. 

In tutta questa grande occasione mancata, a farne le spese maggiori sono i personaggi, che qui ne escono con le ossa rotte. Solo i vecchi protagonisti David Levinson (Joldblum), l'ex-presidente Withmore (Pullman) e l'eccentrico dottor Okun (Spiner), grazie al loro carisma e alla loro simpatia riescono ad emergere dal mucchio di piattume, anche se sfruttati poco e mal supportati da dialoghi davvero poco invitanti. Il resto? Una tragedia. Le nuove leve non colpiscono e non emergono. Non c'è empatia, non c'è trasporto. La perdita di Will Smith è buco nero che pesa ogni secondo.

E' vero, nelle due ore di "Independence Day - rigenerazione" non ci si annoia e tutto sommato il divertimento non manca, ma un 'eredità così importante meritava ben altro. Un sequel che non regge il paragone con il primo capitolo, che include un assurdo un finale aperto (inutile, visto che per gli scarsi incassi non è mai stato fatto un terzo capitolo) e che lascia davvero poco allo spettatore.

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