"Alien Nation" ("Alien Nation") - 1988
Un popolo di profughi alieni trova rifugio presso la Terra, cercando una difficile integrazione. Uno di loro, il primo detective della loro specie, si ritrova a far coppia con un poliziotto vecchio stampo, inizialmente restio verso la sua razza. Insieme dovranno indagare su alcune morti misteriose che sembrano nascondere più di quanto immaginano.
Un classico canovaccio poliziesco alla Walter Hill riadattato ad una componente fantascientifica, con una spruzzata di denuncia sociale. Ecco il mix di "Alien Nation", uno di quei film che tutti hanno visto almeno una volta da ragazzini ma che pochi ricordano, spesso replicato dalle tv nostrane nelle ore notturne più assurde. Il film vede James Caan (che personalmente adoro in ogni parte, sia da buono che da cattivo) e Mandy Patinkin (chi vede "Homeland" stenterà a riconoscerlo) nella classica parte della coppia di sbirri che all'inizio hanno grossi problemi a lavorare insieme ma che poi riescono ad instaurare un bel rapporto basato su amicizia e rispetto. Visto così sa tutto di già visto, di bollito, ma in questa pellicola di Baker ci sono alcune trovate niente male che riescono a farlo ricordare anche a distanza di tempo e che, in qualche modo, gli fanno anticipare di diversi anni alcune tematiche del bel "District 9" di Blompkamp.
Innanzitutto è molto azzeccata la storia della comunità aliena ghettizzata dai terrestri, una vera propria metafora di alcune minoranze realmente esistenti. Il sottoborgo urbano americano per una volta non è ricolmo di neri, cinesi o messicani, ma piuttosto di questi alieni (realizzati con un trucco semplice ma efficace) che subiscono il razzismo dell'uomo comune, con tutte le conseguenze che ne conseguono. Interessante anche il fatto che si sia cercato di caratterizzare questi alieni in svariati modi, dalla lingua alle differenze anatomiche, dalla scelta dei nomi allo stile di vita, rendendoli in qualche maniera più verosimili.
La storia, per quanto interessante e dotata di un discreto ritmo narrativo, è ricolma di clichè, luoghi comuni del genere e dotata di con pochi colpi di scena, lasciando i meriti più grandi ai simpatici dialoghi fra i due protagonisti, entrambi perfettamente in parte e in grande empatia con lo spettatore.
Ho trovato notevoli le luci, sempre suggestive in un film ambientato per la maggior parte di notte. Questa scelta è anche atta a nascondere un budget non certo faraonico, che però a fatto si che il film non si concentrasse su inutili effetti speciali, lasciando un senso di realismo metropolitano che di certo non guasta.
In definitiva perfetto per una serata senza pretese in compagnia di un b-movie con qualche cartuccia da sparare.
Curiosità: pochi lo sanno, ma il film ha generato una serie televisiva, 5 lungometraggi per il piccolo schermo, vari adattamenti a fumetti e una serie di romanzi di vari autori.