THE WRESTLER

("The Wrestler" - 2008 - 105 minuti)

 

 

 

"The wrestler" è la storia di un uomo finito, che ha tanto vinto sul ring quanto perso nella vita. La vicenda è narrata attraverso la passionale recitazione di un bravissimo Rourke, perfettamente in parte anima e corpo. Una triste atmosfera ci accompagna dall'inizio e un senso di amarezza ci attanagliano lo stomaco fino ai titoli di coda, senza possibilità di fuga o parentesi di sollievo, come spesso avviene nel cinema di Aronofsky.
Ottima la regia di quest'ultimo, che alterna momenti di grande cinema ad alcune fasi più classiche (ma che non perdono mai quel fascino di "vissuto e reale"), facendo largo uso della telecamera a spalla. Il regista pecca solo di un montaggio forse leggermente diluito nella parte centrale, ma è davvero un difetto di poco conto di fronte alla qualità del progetto.

"The wrestler" è una pellicola che ogni fan o non fan del wrestling sente propria. Ha il potere di farti uscire dalla sala stranamente colpevole, se non del destino del protagonista Randy Robinson almeno di quello di tutti quei wrestler che hanno vissuto una vita come la sua. Quelli di cui ogni tanto si legge il nome su un sito specializzato, quelli che vengono trovati morti nei posti più disparati, quelli che se ti chiedevi che fine avevano fatto adesso lo sai, quelli che ormai vivono perché qualcuno gli canti il famoso “one more match” pur sapendo perfettamente cosa, e quanto, si prenderà quell’ultimo, spesso scarso e patetico, incontro.  Nel vedere la caduta di "The Ram", nel soffrire per i vetri estratti dalla schiena, i tagli sulla fronte, gli anabolizzanti presi sottobanco (perché puoi ingannare tutti ma non te stesso) mi sono rispecchiato in infinite storie similari.
"The wrestler" è un film che fa riflettere su molteplici aspetti di questo sporta volte ingiustamente bistrattato e in realtà profondamente complesso, capace di emozionare e stupire. La pellicola ci insegna il rispetto per questi uomini che lavorano con il pubblico e per il pubblico, spesso a caro prezzo.
Per tutti gli eroi che si gettano sul ring, la realtà colpisce più forte degli avversari e ti porta a dare un significato profondo al ring descritto da Randy Robinson, figura tragica in un contesto spietato: "Questo è l'unico posto in cui non mi faccio del male".

Commenti: 0