"Shin Godzilla" - ("Shin Gohjira") - 2016
Ammetto di non aver avuto fiducia nel film di Anno.
Lo vedevo come un'operazione furbetta, realizzata solo per riportare in patria un monumento nazionale dopo l'ottima esperienza americana targata Gareth Edwards (della serie "Ehi, ricordate che il Godzillone è nostro"), con al tempo stesso la perfetta scusa del regista per non mettersi al lavoro su un quarto film di Evangelion che si preannuncia decisamente complicato. Penso non fossi il solo a pensarla così e avevo una sorta di antipatia istintiva per questa pellicola, lo ammetto candidamente.
Beh, motivazioni a parte, Anno ha esordito alla regia per il grande schermo con un film veramente bello, denso di significati e dotato di una potente identità visiva che, neanche a dirlo, è una naturale evoluzione su schermo della splendida serie di "Neon Genesis Evangelion". Perchè il film, dal lato puramente action, è questo: "Godzilla attacca Tokyo come un Angelo, ma gli umani non hanno un Evangelion con cui rispondere, e sono cazzi". Le derivazioni dalla famosa serie sono molteplici, a cominciare dallo stile di regia (denso di cambi di inquadratura statici, fluenti dialoghi, tantissime didascalie), a seguire dal Godzilla di Shinji Higuchi (qui anche co-regista) padre del design degli Angeli e finendo nella colonna sonora di Shiro Sagisu che parte con una score che "assomiglia molto" a quella (sua) di Evangelion per poi citarla platealmente da metà film in poi.
E niente, il risultato è favoloso!
Non solo ti sembra di assistere ad una (bellissima) puntata di Evangelion, ma la mancanza di una controparte robotico-umana rende la pellicola intrisa di un senso di disperazione veramente palpabile. Godzilla (di cui si suggerisce un interessante sunto messianico) è una bestia incontrollabile, imprevedibile, una minaccia a 360° contro cui ci sentiamo inermi, da cui possiamo solo osservare le macerie dopo il passaggio. Una divinità che non è né bene, né male.
Ma il film non è solo questo, anzi, l'intento principale di tutta l'opera è una brutale e sincera denuncia al sistema giapponese, creato per seguire alla lettera leggi e cavilli ma incapace di organizzarsi in caso d'improvvisazione, facendosi al tempo stesso schiacciare da alleati ben più smaliziati. Caste divise in livelli (metaforizzate molto bene dai vari piani degli uffici governativi), compartimentizzazione, infinite cariche, ministeri, protocolli, una società schiava della propria organizzazione, in cui non si riesce mai a trovare un vero colpevole o un vero leader, spesso frenati da dettami fin troppo antichi o da giochi politici che operano nell'ombra. La critica di Anno è dura ma giusta, atta non solo a polemizzare ma anche a celebrare chi, come i protagonisti, cerca di uscire da questo teatrino sociale guardando al futuro, pur non ritraendo mai dei personaggi completamente positivi. Aiutati da un'infinità di dialoghi veramente ben scritti, la storia ha un ritmo serratissimo e scorre via nell'ansia di prevedere gli avvenimenti futuri, con una enorme figura fantascientifica che a volte resta intelligentemente quasi come sfondo rispetto alla vicenda politica e sociale.
Purtroppo il budget non sembra essere adatto ad una produzione del genere e possiamo fare qualche rimostranza per la scarsa CG del film, che a volte davvero disturba soprattutto quando Godzilla è in movimento (Anno se ne accorge e lo ferma spesso, realizzando con classe dei quadri scenici di grande impatto, tiè!) ma è davvero poca cosa rispetto alla maestosità intellettuale di tutta la produzione.
Non ho avuto fiducia nel Godzilla di Anno. Mi sbagliavo di brutto.
"Godzilla è davvero una divinità?" (le frasi che danno da pensare mentre ti crolla il tetto)