REQUIEM FOR A DREAM
("Requiem for a Dream" - 2000 - 97 minuti)
Il tunnel della droga e le sue conseguenze: la dipendenza, l'ansia, la propria inadeguatezza, lo scompenso fisico e morale rispetto al mondo. Vite distrutte raccontate con una ferocia mai vista, che cancella aspirazioni, speranze e illusioni attraverso dei racconti che lasciano allo spettatore un senso di marcio che rimane addosso per un bel pezzo. La violenza espressiva delle immagini di Darren Aronofsky (un regista abituato a raccontare le disfatte senza andare tanto per il sottile) è sottolineata dalla splendida e ossessiva colonna sonora di Clint Mansell che amplifica ancora di più le sensazioni di deformità delle inquadrature, in cui vi è largo uso di tecniche molto particolari come split screen, primi piani deformati e time-lapse.
Infarcito senza pietà di scene violente e disturbanti, "Requiem for a Dream" scatena un gioco sadico con lo spettatore, trascinandolo nella spirale di disperazione dei protagonisti (tutti bravissimi e perfettamente in parte) che sembra non avere fine.
Il film è curiosamente diviso in tre stagioni, che rappresentano le tre fasi della vita dei personaggi: estate (ascesa), autunno (declino) e inverno (caduta). Manca volutamente la primavera, che simboleggia la rinascita, proprio a sottolineare il mancato lieto fine della vicenda umana, che invece si disintegra contro un destino pessimistico. Aronofsky rinuncia al classico schema della redenzione e traccia piuttosto una linea discendente.
Le prime e le ultime note del requiem sono parentesi di un viaggio allucinato che aggredisce continuamente lo spettatore che, impotente, non può che lasciarsi trascinare in una spirale di degrado morale e fisico. Un piacevole sogno che diventa incubo senza via d'uscita.
Un viaggio forse eccessivo che spinge dove non vuoi andare.
Probabilmente per alcuni resterà pornografia del dolore e poco più.
Un film difficile da vedere e da raccontare.
Sicuramente un'opera artistica di altissimo livello.