"Captain Fantastic" ("Captain Fantastic") - 2016
Captain Fantastic non è, come può sembrare dal titolo, l'ennesimo supereroe del cinema.
Captain Fantastic è semplicemente Viggo Mortensen.
In tutti i sensi.
Un attore dalle capacità così poliedriche da riuscire ad incarnare, nella sua carriera, qualsiasi tipo di personaggio e dal carisma così marcato da riuscire a empatizzare con lui qualunque sia la natura portata sullo schermo.
Per me questo film è stato in qualche modo la decisiva interiorizzazione e la suprema concretizzazione di tutto questo pensiero.
Ben Cash è vedovo e padre di 6 figli, con i quali vive nei boschi della costa nord-occidentale degli Stati Uniti. Isolati dal mondo, lontani da qualsiasi forma di civiltà, Ben cresce da solo i suoi figli allenandoli mentalmente e fisicamente contro le avversità di una vita che estremizza radicalmente la sua unione con la natura e lo spirito, in profondo contrasto con la globalizzazione mondiale e tutto ciò che essa rappresenta.
Sarebbe stato molto facile per una figura estremista come quella di questo padre super-hyppie risultare antipatico o addirittura insopportabile, nonostante le buone intenzioni di quest'ultimo. Viggo ne tira fuori invece un ritratto vero, intimista, al tempo stesso fragile e determinato, capace di farti sorridere ed emozionare con uno sguardo, facendoci prendere a cuore alcune ideologie complicate e soprattutto, avendo il grande dono, anche grazie alla intelligente sceneggiatura di Matt Ross (anche regista), di soffermarsi sul capire il diverso piuttosto che sul giudicarlo.
Una scelta di educazione (e di vita) tanto estrema quanto bizzarramente affascinate pone interrogativi morali su più livelli, che il regista spiega attraverso gli occhi dei figli (tutti interpretati da giovani attori decisamente in parte), che sulla loro pelle sperimentano tutto questo. Una figura paterna che forgia dei geni atleticamente perfetti ma che, d'altro canto, compie un disastro della loro fanciullezza, cannibalizzando ogni scelta e sopprimendo sul nascere ogni naturale desiderio di confrontarsi con il mondo esterno.
In un piacevolissimo mix di commedia, dramma e road-movie "Captain Fantastic" prende subito le distanze da suo essere accusato di hipsteria new-age propagandistica in quanto Ross è bravissimo non solo a raccontare, ma anche coraggiosamente a prendere una posizione rispetto a questo surreale stile di vita. Talvolta lo fa in maniera scherzosa e leggera, altre volte ben più decisamente con cadute nel dramma più totale, ma senza mai mancare di coerenza o peccare di presunzione (senza contare che il regista ha tratto la storia da alcune sue esperienze personali in diverse comuni, per cui il suo bagaglio culturale è vissuto in prima persona, e la cosa si nota nella sensibilità con cui affronta i vari e delicati temi).
C'è inoltre spazio per disquisizioni filosofiche mai pesanti, accuse neanche troppo velate ad alcune organizzazioni moderne (soprattutto religiose), discussioni approfondite su personaggi e testi di vario genere, il tutto legato al modo di relazionarsi con la vita in questa società moderna. Un film che sposa i canoni del film indipendente ma con grandi performance di un cast di tutto rispetto, su cui spicca un Viggo Mortensen che centra l'ennesima prova da grandissimo attore qual'è.
"Credo che quello che abbiamo creato qui possa essere unico nella storia dell'umanità"