"Una spia e mezzo" ("Central Intelligence") - 2016
La nuova fatica del regista Rawson Matshall Thumber (ricordate? quello dell'esilarante "Dodgeball") è una commedia d'azione intitolata "Central Intelligence" che vede come protagonisti il titanico Dwayne Johnson (da molti conosciuto come "The Rock") e il piccolo Kevin Hart, giocando proprio sulla loro differente stazza la bizzarra accoppiata. Tradotto da noi come "Una spia e mezzo" (ancora una volta complimenti sarcastici ai nostri distributori italiani) si dimostra tutto sommato un film godibile, che gioca tutti sull'alchimia tra i protagonisti gettando anche sul piatto temi come il bullismo e la considerazione personale, creando uno scambio di parti piuttosto originale e molto ben orchestrato.
Infarcito tutto in una specie di spy-story senza troppe ambizioni che funziona con il pilota automatico, la pellicola funziona soprattutto per le continue battute (alcune più riuscite, altre meno ma senza mai cadere nel patetico) dei due protagonisti, capaci di trascinare lo spettatore grazie alle loro doti. Hart gioca tantissimo con la sua ricca mimica facciale ma è The Rock che funziona alla grande, e grazie ad una una divertentissima vena auto-ironica (esilarante la sua versione giovane sovrappeso) tratteggia un personaggio ricco di sfumature che mi ha veramente colpito, rendendo molto bene anche il messaggio centrale del film.
Il rapporto fra il ragazzo più "in" e quello più "out" del liceo acquista quindi uno spessore che funziona proprio grazie allo studiato bilanciamento dei ruoli invertiti, nonostante il tema non sia originale come la messa in scena. Il samoano è comunque il fulcro del film, che funziona intorno a lui e alla sua performance incredibilmente versatile, capace di passare dal duro tutto cazzotti al tenerone con le paranoie.
Il resto del film è per famiglie, leggero e innocuo, con qualche cameo gustoso, diverse musiche molto azzeccate e diversi riferimenti a film anni '80.
La storia merita quindi una visione, se non altro perchè scorre che è un piacere e lascia un piacevole sorriso sui titoli di coda (non perdeteli!), nonostante sia piuttosto prevedibile la risoluzione finale di tutta la faccenda. L'importante è non prendersi mai troppo sul serio, e in questo il film eccelle creando situazioni al limite del ridicolo ma non scadendo mai nel trash involontario.
E ricorda, quando ti chiedono come sei diventato The Rock, basta rispondergli, con l'espressione più sincera di sempre, fiero della tua maglietta con l'unicorno e del tuo marsupio a cingerti la vita..."Beh, mi sono allenato sei ore al giorno, tutti i giorni, per venti anni. Lo possono fare tutti, no?"