"The interview" ("The interview") - 2014
Mamma mia quanti casini per questo film.
La trama? L' eccentrico conduttore Dave Skylark (James Franco) e il suo produttore Aaron Rapoport sono gli artefici del successo del popolare tabloid televisivo Skylark Tonight, la classica tv-spazzatura acchiappa-ascolti. Quando scoprono che il dittatore nordcoreano Kim Jong-un è un fan del loro show, i due decidono di intervistarlo nel tentativo di legittimarsi come giornalisti. La CIA allora li recluta, vedendo un'occasione per assassinare il leader coreano.
Doveva essere distribuito a Natale del 2014 ma la Corea del Nord minacciò ritorsioni verso gli Stati Uniti, etichettando la pellicola come un "atto di guerra" a causa delle controverse tematiche del film e della pesante presa in giro del leader Kim Jong-un. Dopo un pesante attacco informatico dei coreani, la Sony e la Columbia produttrici vengono minacciate apertamente, così come le catene di multiplex dedicate alla proiezione del film. Nonostante gli attori Rogen e Franco abbiano cancellato tutte le apparizioni pubbliche per la promozione, il film riesce a venire distribuito in circa 200 sale indipendenti e su varie piattaforme digitali. Adesso, pur essendo ancora piuttosto difficile da reperire, qualsiasi utente può finalmente guardarselo e farsi un'opinione, come ho fatto io.
Ammetto di essere stato attratto dal film più dalla forte attenzione mediatica scaturita dal titolo piuttosto che dalla pellicola vera e propria e forse, se non fosse stata per la Corea del Nord, questo film sarebbe passato molto più in sordina di quanto effettivamente è stato.
La pellicola non è malvagia, si ride di gusto in alcune scene (non tantissime per la verità) e gli attori sono molto bravi. Ho apprezzato molto più Rogen di Franco, troppo sopra le righe secondo me, sforzandosi fin troppo di far ridere, evidenziato anche dai suoi limiti recitativi. Seth si dimostra di un'altra categoria, riuscendo a raggiungere il tempo umoristico perfetto senza scomporsi pur di tanto e mantenendo il personaggio in un contesto più realistico. Non che ce ne sia troppo bisogno in fondo, il film è piuttosto surreale in più punti e la messa in scena sembra più volte essere solo un pretesto per mettere insieme le gag da proporre al pubblico.
C'è però un grosso MA ed è rappresentato dal sottotesto del film stesso. Infarcito da trovate a volte volgari, demenzialità di ogni tipo e interpretazioni fin troppo caricate, "The interview" racchiude un'anima di satira piuttosto efficace che mette in cattiva luce un po' tutti. Se da un lato infatti la Corea del Nord viene etichettata come un paese sotto il giogo di un regime dittatoriale e manipolatore, dall'altro gli Stati Uniti ne escono come i classici guerrafondai pronti a ripetere all'infinito i propri errori. Insomma, il film non prende veramente le parti di nessuno e nonostante la fantapolitca tra vincitori e vinti non c'è mai questo grosso distacco che potrebbe sembrare ad una prima occhiata. Una menzione particolare alla colonna sonora di Henry Jackman (lo ricordo per i suoi bei lavori in "X-men - L'inizio", "Captain America: Winter Soldier" e "Kingsman") che amalgama azzeccati pezzi inediti orchestrati a hit di successo sempre attinenti alla trama, che vanno ad arricchire non poco il contesto della scena.
Un film da vedere anche solo per la curiosità verso il tema trattato, dove troverete battute cattive e scorrette, dei simpatici personaggi senza troppo spessore, una trama che per quanto semplice e quasi priva di grossi colpi di scena funziona e scorre e una satira di fondo non sempre facile da capire ma di sicuro impatto.