OCEAN'S 8
("Ocean's 8" - 2018 - 110 minuti)
A metà della visione cominci a sentire una vocina dal profondo che ti dice "non sai ancora cosa, ma c'è qualcosa di davvero sbagliato in questo film".
Alla fine ti accorgi che la vocina aveva ragione, e di brutto. Andiamo ad analizzare il perché.
Analizzerò il film nel dovuto contesto, con un chiaro parallelismo alla trilogia da cui proviene, perché con quel titolo, quello stile, quelle situazioni (alcune al limite del plagio) il confronto lo cerchi, con tutte le tue forze.
La prima cosa di cui ti rendi conto è che non solo non ridi, ma non ti scappa neanche un sorriso. Neanche mezzo. Alcune battute sembrano addirittura tagliate male in fase di montaggio. Non è un problema delle attrici, erano proprio gli sketch che non funzionavano a livello di sceneggiatura.
La seconda cosa, veramente irritante per chi ha un minimo di occhio tecnico, è che il regista Gary Ross crede di essere Soderbergh in ogni inquadratura, in ogni stacco. Peccato che qualche dissolvenza e alcuni piani sequenza copiati, non colmino il gap di talento.
La terza cosa è lo svolgimento telefonato. Avevo capito tutto senza sforzo, sia il colpo di scena a metà film che quello finale. Mi sono chiesto il perché e l'ho trovato in un peccato di forma. Negli Ocean's originali c'era un parte narrata e una parte costantemente nascosta. Qualcosa veniva detto chiaramente, qualcosa veniva detta in codice, parti intere rimanevano nel dietro le quinte per essere poi svelate dopo, palesando il colpo di scena o la risoluzione di un problema. Qui no. Tutto viene spiegato dall'inizio per filo e per segno, ogni cosa viene mostrata, ogni problema viene risolto da un deus-ex-machina uscito fuori sul momento, i momenti di difficoltà durano tra i 30 e i 60 secondi. Finisce che così andiamo a perdere la magia della sorpresa, vera forza di questo genere di film.
Peccato, perché il cast è abbastanza in forma e sembra divertirsi, anche se di otto se ne salvano solo la metà a livello caratterizzazione (la Blanchett sta bene dappertutto, così come il mascherone della Bullock, la bella Hathaway e la simpatica Rihanna funzionano, mentre la Bonham Carter è sempre irritante, così come la Paulson, fuori parte. Le altre non pervenute) mentre I brani della colonna sonora sono scelti con gusto e funzionano nel contesto.
Si fa fatica ad arrivare alla fine, in quanto mi sembrava di vedere un mediocre film che cerca di scimmiottare il fratello più dotato senza mai riuscirci. C'è anche da dire che "Ocean's eleven" era un figlio dei suoi anni, in cui Clooney e Pitt erano al massimo splendore e rendevano figa qualsiasi cosa facessero, oggi un mix difficilmente ripetibile. Forse era meglio osare di più e staccarsi cercando l'originalità, piuttosto che prendere lo stesso canovaccio, spogliandolo però di tutti gli elementi che ne hanno decretato il successo.