COCAINORSO
("Cocain Bear" - 2023 - 95 minuti)
Ci sono un sacco di cose sbagliate in questo film che, già solo dal titolo, prometteva di far sfracelli. Purtroppo, tali promesse sono andate disilluse. Quando intitoli un film "Cocainorso" (o "Cocain Bear" in originale, per una volta il nostro è molto più bello) non hai molto a cui pensare: devi andare sopra le righe, spingere sull'acceleratore e affidarti ad una costante vena di ispirazioni fighe, che rimangano impresse allo spettatore, pronto a citarle all'infinito. La regista Elizabeth Banks invece è timorosa, non esagera mai e a parte un paio di scenette azzeccate fa navigare il film in un piattume piuttosto blando, sprecando tutto quello che c'era da sprecare. "Cocainorso" non sa mai che direzione prendere: non fa mai paura per essere un film horror, non fa quasi mai ridere per essere una commedia e non riesce nemmeno ad essere demenziale o nonsense.
Altro difetto grave di base: la trama. Troppa, troppa, troppa. Ci sono una quindicina di personaggi e TUTTI, anche quelli che muoiono fuori schermo o in 2 minuti, hanno una propria storyline che non interessa a nessuno. Risultato: l'orso, che dovrebbe essere l'interprete principale, si vede davvero poco. Colui che dovrebbe essere il protagonista assoluto attorno a cui far ruotare tutto diventa il collante tra le varie scene dei personaggi (che fra l'altro sono tutti abbastanza insignificanti). Piange il cuore a rendersi conto che questo film sia la lapide cinematografica del Bravo Ragazzo Ray Liotta, così come fa strano vedere dove sia finito Alden Ehrenreich, il protagonista di uno degli film di Star Wars.
Se si pensa a tutte le possibilità e occasioni che il pretesto di un enorme orso bruno strafatto di cocaina poteva offrire nelle mani di uno sceneggiatore degno di tale nome... probabilmente adesso ci ritroveremo di fronte ad un nuovo "Sharknado" invece che ha un film dalle ottime premesse che scorre via senza lasciare niente. Peccato davvero.