"The nice guys" ("The nice guys") - 2016
Se c'è una cosa che ho imparato dal mondo del cinema è che se uno sceneggiatore sa scrivere bene, ma dannatamente bene…beh, quell'uomo potrà farvi divertire tanto tanto tanto.
Qualsiasi cultore del cinema conosce l'importanza di Black come scrittore, come creatore di action-comedy anni '80 e '90, come pioniere di un genere che ha dato tanto al mondo della pellicola e che ancora oggi viene preso come metro di paragone ed ispirazione. Questo suo nuovo "The nice guys" non delude le aspettative e si impone a pieno come un perfetto esempio di cinema d'intrattenimento di grande qualità. Ambientato nel 1977, la storia segue le gesta della "coppia che scoppia" di turno, i classici "insieme per forza", dei nuovi Riggs-Murtaugh, dei nuovi Hallenbeck-Dix, un ennesimo gioco di coppia che tanto piace al regista-sceneggiatore. Gli investigatori Holland March e Jackson Healy, accompagnati da Holly, figlia del primo, daranno vita ad un'indagine ad alto rischio che accompagnerà lo spettatore in una sarabanda di situazioni assurde condite da dialoghi frizzanti e ritmo frenetico. Il film sicuramente è un'esperienza da provare per il semplice fatto che parte da una base solidissima che a volte riesce anche a mascherare bene alcune lacune produttive: un'ottima sceneggiatura. Ci sono colpi di scena, dialoghi da ricordare, una storia di fondo che per quanto folle resta sempre perfettamente plausibile e soprattutto dei personaggi a tutto tondo scritti davvero bene.
Grazie anche alle perfette performance di un imbolsitissimo ma convincente Crowe e un sorprendentemente comico Ryan Goslin, questo "buddy movie" fornisce tutti gli elementi che film di questo tipo dovrebbero avere, creando un mix che funziona in un'alchimia che, pur rappresentando spesso stereotipi, non risulta mai scontata.
Particolarmente riuscita la parte della piccola Holly che, come ci ha abituato da sempre il solito Black, tratteggia una figura giovanissima ma molto realistica e che non si perde in atteggiamenti irritanti come la stragrande maggioranza di analoghi cinematografici (ancora una volta tornano alla mente i brillanti bambini del cinema di Balck, come Darian de "L'ultimo Boyscout", Danny di "Last Action Hero" o il più recente Harley di "Iron Man 3").
La trama, nella sua semplicità, riporta alla mente un hard-boiled infarcito di archetipi e atmosfere anni '70 (complice anche l'ottimo giro di jukebox fra soul e disco), fra criminali cattivissimi e dark-lady senza scrupoli, mentre i corpi dei protagonisti vengono devastati in ogni modo e i morti, come cita una simpatica battuta del film, "non soffrono troppo".
Il tono è leggero, scanzonato, nessuno si prende mai troppo sul serio e si respira un'atmosfera che fa trasparire il grande divertimento del cast e della troupe durante la lavorazione, con un regista che giostra tutto con sapiente maestria, mantenendo inalterati le fondamenta del suo cinema preferito ma sostituendo gli elementi muscolari e conservatori del cinema anni '80, alleggerendoli e ridipingendoli un po' sopra le righe, rendendoli quindi più attuali per il gusto moderno.
Con "The Nice Guys" sembra di essere tornati ai tempi de "L'ultimo boy-scout" (simili, ma diversi), e la cosa non può che farmi molto molto piacere.