LA TIGRE E IL DRAGONE
("Crouching Tiger, Hidden Dragon" - 2000 - 120 minuti)
Parlando del film di Ang Lee (che si dimostra sempre abilissimo con la macchina da presa) è difficile scindere la sua componente avventurosa dalla sua controparte poetica. La sua importanza cinematografica è accademica, portando all'occidente il genere wuxia, un vero e proprio cappa e spada orientale, e facendo da apripista a decine di pellicole successive che avrebbero invaso per anni il mercato.
Una vicenda che ruota intorno ad una spada, il "destino verde" che in realtà è pretesto per presentare un mondo di tradizioni, di combattimenti, di profondi rapporti personali coadiuvati da amore, odio, rispetto e ammirazione.
La magia di cui è impregnata la pellicola ti trasporta per due ore in un mondo incantato, legato alla tradizione e alla storia ma al tempo stesso disancorato dalla realtà. I personaggi, tutti interessanti e ben caratterizzati (e dalle invidiabili performance acrobatiche), si muovono fra avventura e poetica, fra dramma e azione, decantando raffinati dialoghi e indossando costumi splendidi fra scenografie curate in maniera maniacale, con una fotografia che è una gioia per gli occhi sia in interni che in esterni.
Allo splendore visivo si aggiunge quello sonoro, con una soundtrack che rimanda alle tradizioni cinesi, delicato nei momenti di calma e furioso durante gli incredibili combattimenti coreografati dal mitico Yuen Wo Ping, che avrebbe poi lavorato a Matrix e Kill Bill).
Il senso di epicità molto singolare, il sottotesto drammatico, le infinite forme in cui si manifesta la filosofia orientale, tutti elementi che rendono questo film un'esperienza cardine nel suo genere, giustamente premiato in tutto il mondo (quando ancora gli oscar contavano qualcosa).
Una tappa imprescindibile per chi vuole comprendere la radice di un movimento contaminante orientale nel cinema occidentale.