GRAN TURISMO
("Gran Turismo" - 2023 - 134 minuti)
Poco importa se la pellicola è tratta dalla vera storia di Jann Mardenborough (romanzata in più punti ma tutto sommato realistica), se sfrutta un brand di successo decennale come quello del gioco di corse Sony, se parla al 100% il linguaggio dei giovani d'oggi, se possiede una colonna sonora incredibilmente ispirata di Lorne Balfe e se dimostra ancora una volta che il carismatico David Harbour mette sempre tutto se stesso in quello che fa, a dispetto del copione che gli viene proposto.
"Gran Turismo" è un campionato di occasioni perse, una pista senza fine di affascinanti spunti buttati senza remore alla prima curva. Ho perso il conto, durante la visione, di quante volte ho detto "cavolo, questo si che è interessante, vediamo come si sviluppa" per poi vederlo morire sullo schermo in due secondi, per passare ad altro. Ne rimane uno svolgimento piatto e telefonato, che viaggia sui binari dall'inizio alla fine risultando anche eccessivo nella sua lunghezza (134 minuti con un'inizia di momenti da ricordare sono decisamente troppi).
Il tanto discusso regista Neil Blomkamp ci regala l'ennesima delusione della sua carriera, convincendomi sempre più che l'ottimo esordio, quel bellissimo "Distretto 9", fosse solo un
colpo di fortuna seguito da tante chiacchiere e poca sostanza. Nemmeno le scene di corsa, che sarebbero dovute essere il fiore all'occhiello di questa produzione, sembrano avere quella marcia in
più rispetto ad altre pellicole similari e fra noiose riprese col drone e azioni davvero troppo videogiocose, che mai ci fanno sentire davvero il pericolo della guida professionistica.
I personaggi sono tutti appena abbozzati e risentano dei "buoni spunti buttati immediatamente" per tutto il film, con una nota di demerito ad Orlando Bloom, uno degli attori più involuti del
cinema moderno, ormai capace solo di fare (male) le faccette in una recitazione da oratorio.
Intendiamoci, il film non è una ciofeca totale e si lascia guardare fino alla fine, ma che alla fine non lascia niente, come un videogioco che andremo a rivendere subito, una volta finito.