"Fast & Furious 7" ("Furious 7") - 2015

 

 

Della settima pellicola della saga di Toretto se ne è parlato veramente tanto, e non solo per la tragica dipartita di Paul Walker a metà riprese. Parliamoci chiaro, un film è fatto per fare soldi e su questo non ci piove…ma a volte c'è qualcosa di più, a volte c'è "un'anima" dentro, una cosa vista e provata altre volte ("Rocky Balboa" vi dice niente?)

Detto questo, non posso che cercare di spiegarvi come mai questo settimo capitolo, che ha avuto una gestazione così sfortunata e difficoltosa, sia uno dei migliori film d'azione degli ultimi anni e abbia ricevuto critiche così entusiaste in tutto il mondo e…sia stato una pellicola davvero molto particolare per me.

Tutto il film, nei suoi 140 minuti che letteralmente volano, è un grande omaggio al defunto Paul Walker. Su questo non ci sono dubbi e il grande affetto verso di lui permane in ogni scena, così come deve essere, ma senza mai risultare stuccoso, melenso o patetico, ma anzi trattando con molto rispetto il personaggio e l'attore dietro di esso, fino al saluto finale su cui tornerò dopo.

C'è la squadra, sempre ben assortita, ognuno con il suo spazio e la sua caratterizzazione. Vin Diesel guida tutti con determinazione e capacità con un Toretto che è ormai il suo alter-ego, quasi fossero Clark Kent e Superman, in un connubio che funziona come non mai. Gli attori intorno a lui si muovano a loro agio e tutti sembrano davvero una grande famiglia (tema ricorrente di tutti i film) e l'affetto che li lega trascende veramente lo schermo ed è palpabile anche allo spettatore più distratto. Menzione d'onore per un Kurt Russel in formissima e per il solito The Rock che "spacca" in ogni cosa che dice e che fa, SEMPRE.

Wan è un regista bravissimo (e ama molto i culi femminili, è assodato) e dà per l'ennesima volta prova delle sue grandi capacità registiche con inquadrature sempre ispirate (aiutate da coreografie davvero belle) e soprattuto grazie al suo riuscito scandire dei tempi. Si passa da una scena di azione esagerata, ad un siparietto comico, ad un momento di tensione, ad una parentesi commovente con una fluidità tale che è un piacere lasciarsi trasportare da questo ritmo così vario ma al tempo stesso così funzionale.

E poi c'è lui, STATHAM, il cattivo più cattivo come non se ne vedeva dagli anni '80!

Talmente immenso che per poco non inizi a pensare come sarebbe tifare nel suo angolo. Un terminator che non dà tregua, poche chiacchiere e tanta azione, introdotto da una scena iniziale splendida che spiega con poche inquadrature tutto il suo personaggio, come si faceva una volta.

Il film, per quanto non rinunci a tamarraggine e spinga forte in alcuni punti sulla sospensione dell'incredulità (ma sempre ad altissimo tasso di spettacolarizzazione), funziona in ogni sua parte e non si limita a portare avanti le situazioni di un gruppo che già funzionerebbe di suo, ma li spinge verso il limite e tu stai lì, rapito, anche quando sai benissimo che nessuno si farà troppo male, a saltare sulla sedia ad ogni nuova esplosione. La perfetta sintesi di cosa deve essere il buon cinema d'azione e d'intrattenimento.

Ma anche le corse più belle hanno una fine e la fine è tutta per Paul.

Ed è il momento (rarissimo nel cinema) in cui attori e regista "se ne fregano" di essere in un film, abbattano la quarta parete e rendano un sentito omaggio al loro amico che non c'è più.

Nelle ultime frasi il Clark/Vin e il Superman/Toretto si fondono.

Ed è qui che ho sentito un colpo allo stomaco. Per una volta diventerò molto personale, scusate.

Come possono testimoniare le persone che mi conoscono bene ho da sempre, purtroppo o per fortuna, poca empatia con le persone reali ma molta empatia verso quello che vedo sullo schermo, se esso riesce a suscitare in me un interesse tale da "sentirlo dentro". Sono tanti anni che seguo la squadra di Toretto nelle sue avventure e amo questa saga in ogni sua sfumatura, nei suoi alti e nei suoi bassi.

Il loro amico Paul Walker non c'è più.

Il mio amico Brian O'Conner non c'è più.

Brian che era il mio personaggio preferito della saga.

Brian che ho visto diventare marito e padre.

Brian che mi aveva convinto a montare i led blu sulla mia prima auto.

Brian che mi ha fatto conoscere la mia macchina preferita, la Skyline.

Così come loro volevano bene a Paul, io volevo bene a Brian.

La sua fine, la sua uscita di scena nel mondo reale e immaginario, così umana, così rispettosa, mi ha profondamente commosso.

Io non ho mai conosciuto Paul Walker ma sono sicuro che sarebbe fiero del lavoro che i suoi amici gli hanno voluto dedicare.

Ma io conoscevo Brian, gli volevo bene...e mi mancherà.

"It’s been a long day without you my friend

And I’ll tell you all about it when I see you again

We’ve come a long way from where we began

Oh I’ll tell you all about it when I see you again

When I see you again"

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