BLACK PANTHER
("Black Panther" - 2018 - 134 minuti)
Difficilmente questo film, visto i nomi coinvolti, sarebbe stato una spiacevole sorpresa. Il giovane regista e sceneggiatore Ryan Coogler, dopo le ottime prove di "Prossima fermata Fruitvale Station" e "Creed", si conferma un artista di grande spessore riuscendo in un solo film a creare una solida realtà in un universo narrativo che ormai conosciamo da anni, dimostrando inoltre di saperci veramente fare con la macchina da presa. La Pantera Nera, dopo l'esordio in "Captain America: Civil War" si dimostra, alla prima prova in solitaria, un supereroe capace di viaggiare sulle proprie gambe, merito di una sceneggiatura solida e ben orchestrata, che mette in scena una trama seria che solo in pochi momenti appare un po' forzata. La classica ironia Marvel è ben calibrata e mai, eccetto in un paio di piccole occasioni, va a inficiare la qualità della scena o il comparto puramente drammatico che, specie nella parte centrale della pellicola, attraverso anche una buona recitazione di tutto il cast, arriva a vette veramente notevoli.
La vera forza del film sta però nelle tematiche sociali, profondamente attuali e rese in maniera molto realistica e sincera, talmente oggettiva che, se analizziamo a mente fredda le varie motivazioni che spingono tutti i personaggi, ci rendiamo conto che praticamente ognuno di loro ha ragione (villain di Jordan, molto bravo, in primis). Il non prendere le parti di nessuno, limitandosi a raccontare i fatti con genuinità, è la forma piuttosto originale che Coogler usa per raccontare questo particolare mini-universo, che dal canto suo è altrettanto originale nel descriversi come un convincente mix di alta tecnologia e cultura tribale africana, un modo per attualizzare le caratteristiche origini del paese. Mix che funziona anche dal punto di vista musicale dove in una frizzante soundtrack si unisce tecno, rap ed elettronica a classici suoni tribali dell'Antico Continente, perfetto per rendere al meglio l'enfasi delle scene.
Un film molto ben confezionato e dalla forte impronta personale, che riesce a stare perfettamente in piedi da solo pur essendo parte di una saga, che pur con qualche difetto (di CGI soprattuto) apre in maniera ancora più convincente la strada verso "Infinity War" sperando che si continui su questa strada, divertente ma matura, e che Ragnarok sia stato solo uno scivolone da dimenticare.